Conoscere la sfida
Il buio e il silenzio sono i migliori amici. Spesso gli unici spettatori di questa lotta che, periodicamente, si riaccende. Perché quella contro l’emicrania è davvero una battaglia che si combatte da soli. E non è un semplice mal di testa, è molto di più. È una morsa che blocca e paralizza, che rende impossibile ogni minimo gesto, ogni minimo tentativo di condurre una vita normale. Per molte giovani donne è un appuntamento mensile.
Le cause? Tante, troppe e a volte sconosciute. Le vie d’uscita? Alcune permettono veramente di controllare i sintomi più invalidanti. Ma ogni volta l’emicrania è capace di alzare la posta e rendere la sfida sempre più difficile da vincere. Non restare chiusa in quella stanza al buio e nel silenzio. La vita là fuori corre e si può fare tanto per fare in modo che tu la possa assaporare a pieno.
Sono innumerevoli le occasioni in cui l’emicrania viene associata alla figura della donna: quello che vi sorprenderà è che spesso non è una scusa, ma una predisposizione fisiologica.
L’emicrania è una delle forme più comuni di cefalea. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità l’emicrania rappresenta la terza patologia più frequente e la seconda più disabilitante del genere umano. Colpisce circa il 12% degli adulti, soprattutto le donne, che sono colpite tre volte più degli uomini.
Anche se può insorgere a qualsiasi età, il picco massimo di incidenza si ha tra i 30 e i 40 anni, e diminuisce drasticamente durante la terza età. Il 27% delle donne sono colpite da emicrania nel periodo compreso tra pubertà e menopausa.
È molto più di un ‘mal di testa’. La forma più comune (circa l’85% dei casi) è l’emicrania senz’aura. Si tratta di un disordine cefalalgico ricorrente, che si manifesta con attacchi che durano dalle 4 alle 72 ore. Il dolore è localizzato spesso (ma non esclusivamente) da un solo lato, l’intensità è moderata o severa e si aggrava in seguito ad attività fisiche di routine. Spesso si accompagna a nausea, vomito, forte fastidio verso la luce e i rumori (foto-fonofobia).
L’emicrania con aura ha una frequenza decisamente inferiore, e la caratteristica di questa forma particolare di emicrania è nella presenza, precedentemente all’arrivo del dolore, dello scatenarsi di fenomeni neurologici, che possono essere di tipo visivo (scintillii, flash luminosi, spettri di fortificazione, linee a zig-zag, offuscamento della vista) o fisico-sensoriali (parestesie, formicolii, disartria, difficoltà di movimento). Il dolore ha più spesso sede unilaterale.
Nelle persone che soffrono di emicrania, con o senza aura, le cause sono da ricercare nelle cellule nervose, che sono particolarmente sensibili e, per questo, maggiormente suscettibili agli stimoli, ai quali reagiscono producendo attività elettrica. In particolare, l’emicrania si manifesta quando viene stimolato il nervo trigemino, che invia impulsi al cervello dagli occhi, dal cuoio capelluto, dalla fronte, dalle palpebre superiori, dalla bocca e dalla mascella. Il nervo stimolato può rilasciare sostanze che causano un’infiammazione dolorosa nei vasi sanguigni del cervello e nei tessuti che lo ricoprono: è proprio questa infiammazione a causare cefalea, nausea, vomito e sensibilità alla luce e ai rumori.
Quando questo accade, alcune funzioni, come la vista, la sensibilità, l’equilibrio, la coordinazione muscolare e il linguaggio, possono essere temporaneamente alterate.
Un raro sottotipo di emicrania, l’emicrania emiplegica familiare, è associato a un difetto genetico sui cromosomi 1, 2 o 19.
In generale si pensa che l’emicrania abbia una componente ereditaria, poiché almeno la metà delle persone che ne soffre ha genitori con lo stesso disturbo, ma non si conoscono ancora le cause genetiche dei tipi più comuni.
Ci sono alcuni fattori in grado di scatenare gli attacchi di emicrania:
● le oscillazioni dei livelli di estrogeni, i principali ormoni femminili, in alcune fasi della vita della donna, come ad esempio durante la pubertà, le mestruazioni, dopo il parto, prima della menopausa (questo spiega la prevalenza della patologia nel sesso femminile);
● l’assunzione di pillole anticoncezionali che contengono estrogeni;
● la mancanza di sonno e l’insonnia;
● i cambiamenti del tempo, in particolare della pressione atmosferica;
● il vino rosso o alcuni alimenti particolari (agrumi, cipolle, olive in salamoia, frutta secca, il pane e pizza appena sfornati, banane mature, cioccolato, fritti…);
● la fame (quando si saltano i pasti);
● una stimolazione eccessiva dei sensi (ad esempio con luci lampeggianti oppure odori forti);
● lo stress.
L’emicrania si manifesta con un dolore molto forte, a volte pulsante, da un lato della testa, anche se a volte può essere presente su entrambi i lati. In alcuni casi il dolore è talmente forte da essere invalidante: le persone possono essere costrette a ritirarsi in una stanza buia e dormire, perché tipicamente le emicranie passano durante il sonno. In questi casi chi soffre di emicrania, con o senza aura, può non essere in grado di svolgere le proprie attività quotidiane.
L’emicrania può essere accompagnata da nausea e vomito, sensibilità alla luce, ai rumori e agli odori.
Prima dell’insorgenza dell’attacco, spesso si manifestano delle sensazioni che ne indicano l’inizio imminente, come cambi di umore e nausea, dette prodromi.
Nel 25% delle persone in cui l’emicrania è preceduta dall’aura, gli attacchi sono preceduti da anomalie temporanee e reversibili della vista, della sensibilità, dell’equilibrio, del coordinamento muscolare o del linguaggio. Le persone possono vedere luci tremolanti, scintillanti o lampeggianti o una macchia scura con bordi indefiniti. L’aura dura da alcuni minuti a un’ora prima dell’attacco e può continuare dopo l’inizio della cefalea.
Gli attacchi di emicrania, con o senza aura, possono durare da qualche ora ad alcuni giorni e tendono a diventare più leggeri con l’avanzare dell’età.
Una diagnosi di emicrania viene effettuata da un medico neurologo, spesso in centri specializzati, sulla base dei sintomi e attraverso esame obiettivo. La tomografia computerizzata e la risonanza magnetica possono essere strumenti utili per confermare la diagnosi o nei casi in cui la cefalea dia sintomi diversi da quelli abitualmente lamentati dal paziente. In questo caso bisogna fare particolare attenzione perché il dolore potrebbe essere dovuto ad altre patologie (meningite, glaucoma, emorragie…).
Le terapie attualmete disponibili permettono di controllare i sintomi più invalidanti dell’emicrania, sia con aura sia senza.
Molto spesso il medico consiglia di annotare su un diario tutti gli attacchi: quando si presentano, la durata, l’intensità, se ci sono dei fattori scatenanti e come rispondono al trattamento. In questo modo il medico e il paziente possono capire meglio perché si manifestano ed eliminare i fattori scatenanti, per poi procedere alla scelta della migliore terapia.
I farmaci vengono usati per tre diversi scopi: prevenire l’emicrania, bloccarla e controllare il dolore. È consigliato assumerli non appena ci si rende conto che l’attacco di emicrania sta iniziando, per avere la massima efficacia.
Per prevenire gli attacchi nelle persone che soffrono di emicranie frequenti o invalidanti, può essere d’aiuto assumere ogni giorno alcuni tipi di farmaci:
● beta-bloccanti
● anticonvulsivanti
● antidepressivi triciclici
I farmaci che invece sono in grado di arrestare la progressione dell’emicrania una volta insorta sono:
● i triptani, (antagonisti della 5-idrossitriptamina [5-HT] o serotonina), che impediscono ai nervi di rilasciare le sostanze che possono scatenare le emicranie
● i derivati dell’ergotamina, che viene somministrata per interrompere le emicranie persistenti e gravi, spesso insieme a un farmaco che allevia la nausea.
● i farmaci antiemetici, che possono essere utilizzati per alleviare cefalee di intensità da lieve a moderata in persone che non tollerano i triptani o i derivati dell’ergotamina.
Per controllare i sintomi dolorosi vengono invece prescritti:
● antidolorifici, come farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) o antipiretici;
● analgesici che contengono caffeina, barbiturici o oppioidi (quando gli altri trattamenti sono inefficaci e nel caso di emicranie gravi).
● Recentemente sono stati introdotti e si sono dimostrati efficaci nella prevenzione degli attacchi di emcrania gli anticorpi monoclonali comtro il CGRP e gli antagonisti del recettore sempre del CGRP (gepanti). I primi richiedono una somministrazione sottocute mensile mentre i gepanti sono somministra- bili per os. secondo uno schema giornaliero o a giorni alterni.
● Recentemente è stato introdotto un agonista del recettore 5HT1F indicato per il trattamento acuto della fase cefalalgica degli attacchi di emicrania, con o senza aura, negli adulti.
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